Il Blog per chi ama l'Irlanda

Sardi e Irlandesi fratelli di sangue?

C’è un argomento molto interessante e affascinante che riguarda le affinità tra il popolo Irlandese e quello Sardo. Esistono delle evidenti analogie tra questi due popoli sia nella lingua che nelle tradizioni e nella cultura: il ballo tondo per esempio è un ballo comune ad entrambi; il fatto che l’Irlanda era divisa in quattro contee, come in Sardegna vi erano i quattro Giudicati, poi ancora le cornamuse che fanno parte della stessa famiglia di strumenti delle “launeddas” Sarde, diversi nomi e termini Irlandesi sono simili a quelli Sardi: (Sheridan o Sirideain) è un cognome Irlandese che ci ricorda sicuramente i nostri Shardana ovvero i Sardi (popoli del mare); poi Aonghusa o Angus (un altro Cognome Irlandese) simile ad Angius (cognome Sardo); e infine Eriu o Eire (antico nome d’Irlanda) nonché cognome diffusissimo in Sardegna (ERIU) ecc..

Probabilmente le affinità sono molteplici e indiscutibili e anche nel territorio i vari reperti che accomunano queste due Isole sono palesi e impressionanti: non parlo solo di dolmen e menhir, ma di veri e propri muretti separatori nelle vaste brughiere Irlandesi del tutto uguali alle “mureddasa” caratteristiche del paesaggio Sardo. Ricordiamo inoltre la strana similitudine con l’utilizzo simbolico del numero tre, per esempio nelle “nicchie” o stanze dei nuraghi sardi (una nicchia centrale e le altre due sui lati)..proprio come nel NewGrange, tumulo Irlandese, come fossero disposte a mò di “trifoglio” (…guarda caso il trifoglio è anche un forte simbolo Irlandese).

Questo percorso culturale che attraversa l’Europa e il mediterraneo antico è opera dei popoli del Mare (Shardana)? o di popoli pre-indoeuropei ancora più antichi? Il Grande Popolo che innalzò Menhir e Dolmen 5.000 anni fa è lo stesso (Shardana e Celti) che divulgarono la cultura che risulta affine in gran parte dell’Europa? dove ha origine questa MEGAlitica cultura, che pratica il culto della Dea Madre (la dea Dana) …dea del popolo Tuata de DANann (Irlandesi) e degli SharDANa (Sardi)?

Esseri mitici e fantastici nell’Irlanda e in Sardegna: Panas e Banshees

Tra le altre, esistono delle forti analogie tra gli esseri fantastici Sardi e quelli della tradizione celtica e in particolare Irlandese, a cominciare dalle Panas, figure mitiche della Sardegna con quelle irlandesi (e scozzesi) delle Bean Sidhe e Bean Nighe, dette anche Banshees.

Si narra che quando una donna moriva di parto era soggetta a diventare Pana o lavandaia e a tornare temporaneamente fra i mortali con le stesse sembianze che aveva da viva. La maledizione, inflitta dalla Morte stessa in quanto il decesso era avvenuto in un momento particolare della loro esistenza considerato “impuro”, consisteva nel lavare i panni del parto macchiati di sangue e le fasce della loro creatura, per un tempo che variava dai due ai sette anni. Le Panas potevano essere scorte lungo i ruscelli posti ai crocevia, fra l’una e le tre del mattino, mentre lavavano e cantavano una tristissima ninna-nanna. La condanna implicava l’assoluto divieto di parlare o di interrompere il lavoro: se questo accadeva, esse dovevano ricominciare daccapo il tempo della penitenza. Pertanto, se venivano disturbate da qualcuno mentre erano intente a lavare, le Panas si vendicavano spruzzandogli addosso acqua, che però bruciava come fuoco. Per questo motivo le donne sarde non andavano mai a lavare i loro panni durante la notte e spesso le macchie sul viso, soprattutto di giovani donne, venivano spiegate come una vendetta delle Panas disturbate.

Affinché la puerpera morta non diventasse lavandaia notturna, si usava metterle nella bara un ago con il filo senza nodo, un pezzo di tela, un paio di forbici, un pettine ed un ciuffo di capelli del marito. Ciò affinché la defunta rimanesse occupata a cucire il corredo per il bambino e tralasciasse così di andare a lavare al fiume.

Quanto detto riguardo alle Panas ed Il fatto che pure le Banshee altro non fossero che gli spiriti delle donne morte di parto, sottolinea la connessione profonda fra le acque ed il grembo femminile, simbolo di vita e di morte allo stesso tempo. Questi esseri fatati sono conosciuti soprattutto per essere annunciatrici di sorte avversa e si narra che per impedire che si verifichi la tragedia che annunciano, occorra vederla prima di essere visti, quindi afferrarla (operazione molto difficile). In questo modo la banshee rivelerà che cosa deve accadere ed a chi ed esaudirà tre desideri.

Il significato di Bean Sidhe (o dal gaelico Bean Si), è quello di “donna delle brughiere”. Ne viene data anche un’altra descrizione che la farebbe apparire come una donna o anziana o giovane e bella, ma triste e con gli occhi arrossati di lacrime. Loro madre e guida è Aine, che protegge i morti nel loro viaggio verso l’oltretomba e i “feti nel grembo materno”. Queste creature sono famose per i loro gemiti ed urli,chiamati “Keen”, che attraversano la notte ed annunciano all’udente la morte di un prossimo. Appare o sola o in altri gruppi di banshee.
La presenza di banshee vicino alle abitazioni di malati gravi veniva ancora segnalata nell’Ottocento. Ai loro gemiti dovevano rispondere come un’eco quelli dei parenti addolorati: questa alternanza e sovrapposizione di voci si ritrova nella struttura dei lamenti funebri tradizionali.

S’Ammutadori

S’Ammutadori (demone del sonno – Sardegna) è un vero e proprio incubo. Turba i sogni delle sue vittime causandone la paralisi. Svegliandosi queste non riusciranno né a muoversi né a parlare e non è raro che riescano a vedere il demone che le tiene bloccate a letto. I pastori ne avevano paura e talvolta evitavano di dormire durante le ore lavorative in cui le greggi pascolavano tranquille. S’Ammutadori poteva essere sempre in agguato, pronto a saltare sul loro petto rubandogli il respiro.

In alcune regioni dell’isola sarda, sopratutto Gallura e Logudoro, vengono descritti come folletti alti qualche spanna, riccamente vestiti ed estremamente burloni soprattutto nei confronti delle donne in età da marito. Sulla testa portano una serie di sette berrette rosse. La leggenda vuole che chiunque riesca a portar via al folletto una di queste berrette potrà scambiarlo con una delle pentole d’oro che questo custodisce. Nella verde Irlanda si aggira il pericoloso “Uomo rosso”, il Fear Dearg, descritto come alto la metà di un uomo, con berretto e mantello rosso, lunghi capelli grigi e viso rugoso. Ama riscaldarsi al focolare e la sua apparizione e portatrice di sventura. E’ reputato essere la causa di terribili di incubi.

Leprechaun

Per non dimenticare poi i leprechaun, considerati parte del “popolo delle fate”. La tradizione vuole che abitassero l’isola prima dell’arrivo dei Celti e per questo sono spesso associati a luoghi dove sono presenti i cosiddetti “anelli magici”, luoghi spesso caratterizzati dai ruderi di costruzioni di epoca pre-celtica. Una possibile etimologia del loro nome potrebbe essere luch-chromain, “piccolo storpio Lugh”, dove Lugh è il nome del capo del mitico popolo gaelico dei Túatha Dé Danann.

Nella tradizione sarda sono tantissimi gli esseri fantastici creati soprattutto dalle mamme per tenere a bada i piccoli, per evitare che questi giochino nei pressi di luoghi pericolosi o escano di casa nelle assolate giornate estive, tutti con la medesima missione: punire i bambini disobbedienti. Le punizioni sono varie ma tutte terribili. Maria Puntaoru punisce i bambini ingordi aprendogli la pancia con uno spiedo, per portar via il cibo ingurgitato. Maria Farranca invece abita nelle fontane e nei corsi d’acqua, pronta ad afferrare con le sue mani adunche e quindi divorare i piccoli che si azzardano a giocare nelle vicinanze della sua tana.

 

Awd Goggie e Pooka

In Scozia con il nome di Awd Goggie si identifica un essere demoniaco che mangia i bambini. Vive in frutteti e boschi, in attesa di bambini disobbedienti che si aggirano tra gli alberi per rubarne i frutti. Nascosto nella sua tana, li ghermisce all’improvviso trascinandoli sottoterra in cui verranno divorati con calma. Il Pooka invece si diverte terribilmente a staccare teste per giocarci a palla, e rapisce i bambini semplicemente per vederli piangere e spesso non disdegna di mangiarseli. Ha l’aspetto di una capra (il suo nome deriva dal celtico “pok”, capra), ma può manifestarsi nelle sembianze di un’aquila, di un toro o di un cavallo. In quest’ultimo caso si diverte a far salire sulla sua groppa gli umani per poi lanciarsi in una corsa sfrenata, tra dirupi, rovi e acque gelide dei fiumi e laghi.

Ringraziamenti: http://anticheterre.ilcannocchiale.it/2005/12/15/sardi_e_celti_fratelli_di_sang.html

http://www.contusu.it/analogie-tra-le-panas-e-le-bean-sidhe-o-bean-nighe/

https://it.wikipedia.org/wiki/Leprechaun

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