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Sean e la mucca

Sean e la mucca (Fiaba Irlandese)

Fiaba Irlandese

In uno sperduto villaggio d’Irlanda una madre con il figlio Sean vivevano di stenti e di quelle poche cose che riuscivano a comperare.
Il ragazzino era ancora in quell’età in cui avrebbe voluto giocare e non avere pensieri, ma poiché la madre non era in grado da sola di provvedere al loro sostentamento, Sean di giorno lavorava e di sera faceva delle scope che poi vendeva al mercato.
Erano talmente poveri che potevano possedere solo una mucca che Sean portava a pascolare e questa dava ogni giorno dell’ottimo latte fresco.

Una mattina Sean decise di andare a raccogliere erica da intrecciare per produrre scope nuove da rivendere e portò con sé la mucca per farla pascolare. Ma questa si spinse nel folto bosco scomparendo. Sean si sentì improvvisamente spossato e stanco cercò un posto tranquillo per riposarsi e lo trovò in una piccola valletta, ma non si accorse che la mucca era sparita.
Era la stanchezza? Si era già addormentato? Sean non era pienamente cosciente, ma gli sembrò di scorgere, attraverso le fessure dei suoi occhi stanchi, dei folletti che danzavano e cantavano in allegria.
Gli parve ad un certo punto di avere la vista annebbiata, ma nonostante questo disse:
-Beati voi come siete contenti. Io invece devo lavorare tutto il giorno e non ho mai tempo per giocare!
-Vieni, vieni a giocare e ci divertiremo.
Oh, grazie – rispose Sean – e a che cosa giochiamo?
A calcio – rispose uno dei folletti – tu stai in porta.

Sean non si curò di sapere se stesse sognando oppure se ciò che stava accadendo fosse realtà. Non gli pareva vero di poter giocare per qualche tempo dimenticando la fame.
Così si aggiunse ai folletti. Giocò concentrandosi sul pallone, marcando e calciando ai compagni, fino a quando gli arrivò una pallonata in viso così forte che lo stordì e per parecchi minuti perse la vista. Gli elfi, anziché aiutarlo, lo derisero e se ne andarono correndo lungo il prato, scomparendo nel bosco.

Bosco con farfalle
Sean rimase seduto strofinandosi gli occhi chiedendo aiuto, ma si rese conto che era rimasto solo. Piano piano la vista gli ritornò e benché i suoi occhi ancora non riuscissero a mettere a fuoco, si accorse che la mucca non c’era più.
Piangendo tornò dalla madre alla quale raccontò l’accaduto. La madre impensierita lo tranquillizzò dicendogli che il giorno dopo sarebbero andati insieme a cercare la mucca.
Di buon’ora si alzarono e ripercorsero la strada che Sean aveva fatto il giorno prima cercando e seguendo le tracce degli zoccoli della mucca. Solo dopo molte ore la trovarono morta in fondo ad un dirupo.
La madre allora si accasciò disperata piangendo: la mucca era tutto ciò che avevano per bere almeno un po’ di latte. Madre e figlio tornarono a casa mesti e inquieti.

Passò del tempo…

Una mattina, seduto davanti a casa, Sean stava intrecciando dell’erica per le scope quand’ecco che scorse due elfi che pascolavano una mucca. Non stava credendo ai suoi occhi: la mucca che stava pascolando portata dai due elfi era la sua.

Com’è possibile?” – pensò

Sean si avvicinò lentamente alla mucca per non spaventarla e al momento opportuno le saltò in groppa. La mucca, indispettita, cominciò a scalciare, a dimenarsi e a correre per il prato con i due elfi attaccati alla coda.
La mucca non la smetteva di correre e Sean comunque riusciva, nonostante tutto, a rimanerle in groppa. Arrivarono nei pressi di un lago molto profondo, la mucca corse vicino la riva fino a tuffarsi.

Lago

Sean si credeva spacciato e stava dicendo le sue ultime preghiere. Ma d’ un tratto scorse nel fondo del lago un palazzo di cristallo.
Il ragazzo, con sua grande meraviglia, si lasciò guidare dalla mucca che lo portò all’interno del palazzo. Entrando vide moltissime dame e cavalieri che banchettavano nella sala principale.
Immediatamente il Re si alzò da tavola e ordinò al ragazzo di avvicinarsi. Sean a quel punto si infuriò e disse: – Maestà, questa mucca è mia.
Il Re replicò: – Caro ragazzo questa mucca io l’ho comperata da due elfi!

Il ragazzo allora capì che doveva subito raccontare al Re la sua storia.

Dopo che Sean ebbe finito il racconto, il Re si mosse a compassione così posò sul tavolo una borsa piena di monete d’oro in cambio della sua mucca che faceva ottimo latte.
Ma il ragazzo rispose: – Niente affatto io sono per le cose giuste, quindi rendetemi la mucca di mia madre e io toglierò il disturbo.
Il re sbalordito per questo rifiuto disse: – Come puoi rifiutare un’offerta del genere, la mucca è indispensabile qui a corte. Con il suo latte macchiamo sempre il tè delle sei.
Sean non voleva sentire ragioni e replicò: “A me sicuramente servirà di più, perché noi lassù siamo molto poveri”.
Il Re ancora una volta si commosse per tanta caparbietà e gli restituì la mucca, regalandogli pure un sacchetto di monete d’oro.
Ma il ragazzo rifiutò ancora una volta: “Penseranno tutti che li ho rubati. Teneteli pure!”
Il Re rimase affascinato dal ragazzo tanto da fargli un’equa proposta: “Mi sento in torto nei tuoi confronti ragazzo per cui ti faccio una proposta: ogni giorno verso le cinque porterai in riva al lago un secchio pieno di latte di mucca e noi lo pagheremo per quanto per noi vale.”
Contento e soddisfatto Sean ritornò a casa e raccontò quello che era successo alla madre, ma lei credeva che i morsi della fame avessero fatto impazzire il figlio. Così il ragazzo la dovette portare in riva al lago e quando vide due folletti uscire dal lago con due pacchettini pieni di monete d’oro restò molto meravigliata.
Così finisce questa storia, Sean si guadagnò sempre onestamente da vivere e visse ancora per molti anni con la sua mamma.

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