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SIMBOLISMO DEGLI ANIMALI – prima parte

Il Simbolismo degli Animali è una materia trasversale che abbraccia popoli di ogni parte del pianeta insieme alle loro culture, miti e religioni. In tutte le civiltà antiche vigeva il rispetto della natura e di ciò che la Terra offre in tutte le sue manifestazioni. Anche nella civiltà Celtica esisteva questa attenzione non solo per le piante e gli alberi, ma anche per gli animali.

Dato che l’argomento è molto vasto e merita più articoli – vi prometto che ne preparerò altri – riporterò qui alcune delle figure di quegli animali che furono i simboli più salienti della civiltà da noi osservata: i Celti. Non andrò secondo l’ordine alfabetico, ma secondo l’ordine di importanza.

TORO (Tarbh):

Nel simbolismo degli animali il Toro venne adorato per la sua forte volontà. Una forza senza compromessi, persino belligerante e inflessibile. Reca i tratti della personalità del testardo che porta fino alla fine il suo punto di vista a costo di lasciarci le corna. Una frase in lingua celtica indicava questa caratteristica. Per riferirsi ad una persona con carattere cocciuto e ostinato lo si apostrofava “Testa di toro”.
Non a caso la Regina Maeve intraprese una guerra per appropriarsi del Toro Bruno di Cooley dell’Ulster per rendersi al pari del consorte Ailill che possedeva il Toro dalle Bianche Corna. Inizialmente cercò di ottenerlo grazie a negoziazioni. Poiché però queste non approdarono a nulla, Maeve si lanciò in una vera e propria espropriazione bellicosa dal finale devastante.

Il toro gioca un ruolo centrale nel poema irlandese del Taìn Bò Cùailnge. E’ un animale dotato di intelligenza e pensieri umani, sul cui sfondo si svolgono diverse imprese di eroi, re e guerrieri, tra cui Cù Chulainn. Nella tradizione guerriera un grande guerriero o un eroe viene identificato come “il toro del combattimento” per segnalare la sua forza, la sua aggressività e il suo coraggio. Nella Canzone di Amergin il poeta recita: “Io sono il toro dalle sette battaglie”, testimoniando la forza che scaturisce da questo simbolo.

Il Toro rappresenta inoltre la potenza fertile maschile che affiancata a quella femminile della Mucca crea equilibrio e prosperità. Il toro era un simbolo del dio Bel-Belenos, il solare padre di tutto ciò che esiste grazie alla sua potenza che rende feconda la terra tramite l’azione penetrante dei suoi raggi benefici. Raffigurato successivamente di colore bianco, viene trasformato, da animale simbolo della terra, a incarnazione del fuoco e del cielo. Inoltre il suo muggito inferocito evoca il rombo del tuono delle tempeste, divenendo compagno in tale significato del cervo, del cavallo e del cigno. Elevando questa figura a simbolo dell’abbondanza e della ricchezza – oltre che rappresentante le genti dedite all’allevamento e all’agricoltura (il toro è legato alla dea e assume un simbolismo lunare) – perde il significato legato alla caccia il cui emblema è il cervo.

MUCCA (Bo):

Un altro tipico animale simbolico che veniva venerato era la Mucca, un tempo era così importante per i Celti che è stata considerata una forma di scambio monetario.

Antichi signori irlandesi erano noti come l’aire-o signori della mucca. Il simbolismo animale legato alla mucca era la dea Brigida, per la quale era sacra. La mucca incarna la femminilità nel suo aspetto procreativo e di abbondanza e la protezione; col suo senso materno può difendere il bambino interiore e provvedere a tutte le necessità quotidiane.

In Irlanda la Dea Mucca è riconoscibile nella figura di Boann, “Colei dalle Bianche Mucche”, che diede il suo nome al fiume Boyne. La dea e la terra sono la stessa cosa: la prima è l’entità spirituale di cui la seconda è il corpo la manifestazione fisica.
Un tempo la mucca era associata anche alla dea Morrigan, prima che quest’ ultima assumesse solo il ruolo di Signora della Morte e della Battaglia. Quando Morrigan ancora rappresentava la sovranità a cui doveva unirsi il re all’atto della salita al trono. Forse la sacralità della mucca nella cultura celtica è dovuta all’antica appartenenza indoeuropea dei Celti che ricordiamo discendono da quei popoli che giunsero in Europa fra il 3500 e il 1200 a.c., dopo essersi divisi in due grandi gruppi di cui uno costituì la famiglia ariana dell’India.
Le due celebrazioni che costituivano la «porta» oscura e quella luminosa dell’anno celtico, Samhain e Beltane, erano connesse con i movimenti di bestiame dai pascoli verso i ricoveri invernali e viceversa.
A livello simbolico umano la Mucca rappresenta la ricchezza di risorse, sia in termini di beni materiali sia come capacità di agire e attuare i propri progetti. L’oggetto che più rappresenta la Dea-Mucca è il calderone dell’abbondanza, il sacro contenitore della dea Cerridwen, che divenne in seguito anche un attributo del dio Dagda, da cui nessuno si sarebbe mai allontanato insoddisfatto, prototipo della Coppa del Graal.
Quando Cú Chulainn e i suoi compagni fecero una rapida incursione nell’Aldilà, riportarono nel mondo materiale il magico calderone di abbondanza, la vergine Blathnat (uno degli aspetti della dea) e tre mucche fatate, tutti simboli della femminilità, della stessa energia femminina che alberga nel sottosuolo e nelle profondità.
Anche il dio associato al mare, Manannan Mc Lir, possedeva delle mucche, le crodh mara, il “bestiame del mare” che spesso furono viste uscire dalle acque, come a Baile Cronin, quando tre di esse, una bianca, una nera e una rossa camminarono sulla spiaggia. Chi le vedeva godeva di grande fortuna, soprattutto se era un allevatore che poteva accoglierle fra il suo bestiame.

Ape (Beach):

I Celti le consideravano le Messaggere degli Dèi e ne avevano il massimo rispetto. In Irlanda erano state emesse leggi molto severe che ne regolavano la sorveglianza. Le api erano considerate il simbolo di perfezione, saggezza e immortalità dell’anima e infatti le tradizioni celtiche precristiane ritenevano che le api fossero in possesso di una saggezza segreta derivata direttamente dall’Aldilà.

Tutta questa considerazione faceva del miele un alimento pregiato e un ingrediente privilegiato per diverse bevande usate sia quotidianamente. sia per scopi rituali. Una di esse, l’idromele, era composta da acqua di fonte e miele uniti ad alcuni altri ingredienti che venivano fatti fermentare per quaranta giorni. Alla fine della fermentazione si ripuliva il composto filtrandolo, fino ad ottenere un liquore forte e dolce allo stesso tempo che prendeva il nome di “liquore di immortalità” o “bevanda degli dèi”.
Il miele era usato durante la festa di Imbolc per preparare un alimento particolare tipico di queste terre. A Samhain si faceva bollire il miele dentro al Calderone d’Ispirazione della Dea Madre insieme ad orzo misto, ghiande, sangue di toro, edera, elleboro lauro ed altri ingredienti per ottenere una specie di zuppa.

L’ape mellifera era tenuta in considerazione e ritenuta portatrice del fuoco sacro. Essa era simbolo delle sacerdotesse e degli iniziati in generale, così come delle anime del grandi sciamani.
È interessante segnalare che ai piedi dei Pirenei francesi fu rinvenuta un iscrizione dedicata a un dio di nome Abellio-Abellion (in francese l’ape si dice abeille) che rappresenta Lugh-Belenos, il dio solare e della luce visibile.
Nel folklore europeo invece l’ape è considerata un messaggero. Se un’ape dovesse entrarvi in casa, non abbiatene paura, ma cercate di farle trovare la strada dell’uscita con cura. Le api sono nostre amiche: senza di loro non avverrebbe l’impollinazione dei fiori e la vita per nuove piante. Consideratela piuttosto un messaggero. Ad esempio i Celti credevano che un’ape che entrava nella loro capanna significava che ci sarebbe stato un matrimonio, oppure segnalavano che il capo famiglia non stava bene. Nel Galles era un onore ricevere in regalo un alveare: significava augurargli buona vita e buona fortuna, a condizione che questi non vendesse mai le api ricevute in regalo.

Farfalla (Dealan-Dé)

La Farfalla viene considerata un insetto magico, simbolo del cambiamento, poiché la natura le ha dato il compito di evolvere dovendo affrontare varie fasi della trasformazione, tanto notevole da aver fatto pensare molti studiosi, in passato, che bruco e farfalla non avessero alcun legame genetico. Subito dopo la schiusa delle uova il bruco divora tutto ciò che può per crescere in fretta, subendo diverse mutazioni (cambia pelle come i serpenti). Quando raggiunge i limiti della sua crescita il bruco smette di alimentarsi e va alla ricerca di un luogo sicuro e adatto per l’ultima e più importante metamorfosi richiudendosi in una crisalide, nella quale vi rimarrà (da 2 settimane ad 1 anno, a seconda della grandezza della sua specie) fino a che non avrà terminato lo sviluppo per diventare una farfalla dalle ali grandi e colorate .

Inizialmente la tradizione celtica associò le Farfalle ad energie negative se apparivano nei viaggi ultraterreni. Nella tradizione successiva invece, la Farfalla venne associata alla volontà di liberarvi dal passato e dagli schemi mentali superati, aiutandovi a fare chiarezza per risolvere i problemi.  La farfalla rappresenta l’equilibrio, la metamorfosi, i progetti di successo, la grazia e la capacità di accettare i cambiamenti; richiama al processo di trasformazione alchemica a cui è sottoposto ciascuno di noi, anche suo malgrado, durante la vita. Ma è anche la rappresentazione della libertà a cui ogni uomo aspira. Una libertà che può essere conquistata solo a patto di sapersi sciogliere dai lacci delle convinzioni fasulle, dei conformismi e dei dogmi di qualunque natura ,imposti dalla società e dalla cultura di ogni tempo.

Fine prima parte 

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