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Le Divinità dei Túatha Dé Danann- Parte 1

Ogni cultura ha i suoi Dei che derivano dall’esperienza, dai miti e dai simboli perpetuati da generazioni. Questa sarà una serie di articoli che si incentreranno sulle antiche divinità celtiche irlandesi che sono state tramandate fino a noi attraverso i cicli mitologici e cominciamo da quelle più conosciute

Il Dagda

Con l’appellativo di Eochaid Ollathair <<Padre di tutti>> e di Ruadh Rofhessa <<Il rosso dalla perfetta conoscenza>>, il Dagda naturalmente figurava tra le più preminenti divinità dell’antico pantheon celtico irlandese. E’ una figura di spicco che rappresenta il “padre”, benché non fosse ritenuto il progenitore del dèi e non gli fossero tributati speciali onori. Si dice che il suo aspetto poi non fosse affatto attraente: sembra sia descritto come un brutto e rozzo contadino possessore di una clava magica la quale oltre ad essere strumento di offesa, aveva il potere di rendere la vita

… era così grande che ci sarebbero voluti otto uomini per reggerla e pertanto veniva trasportata su ruote. Trascinata, lasciava nel terreno un solco profondo quanto un argine di confine. Sotto i colpi della clava le ossa dei nemici ed il suo popolo erano come chicchi di grandine calpestata da zoccoli di cavallo. Con una mano poteva uccidere nove uomini in una volta e con l’altra riportarli in vita. – Larousse, Encyclopedia of Mythology, p. 237

Possedeva anche un calderone simile ad una cornucopia, che non si svuotava mai e da cui nessuno si allontanava insaziato. Questa simbologia fa pensare a un capo o dio che provvedeva al sostentamento della sua gente. Il suo aspetto rozzo era senza dubbio un’invenzione dei suoi seguaci i quali, per impressionare i nemici, pensarono bene di presentarlo nelle più terrificanti sembianze. Eppure, nonostante gli stermini e le devastazioni di cui era ritenuto responsabile, quand’era tranquillo il Dagda era un maestro di musica e magia, come si può desumere dalla storia della sua favolosa arpa dai poteri straordinari, in grado di causare tristezza in chi l’ascoltava e di calmare chi era colto da ira.

Lugh

Lugh era conosciuto con molti appellativi ma in questo caso preferisco riferire come fece ingresso sulla scena dei Danaan. Quando si presentò al palazzo di Neada a Tara per offrire i propri servigi, il custode gli chiese in quale mestiere fosse specializzato ed egli rispose che era muratore.
<<Ma noi ne abbiamo uno bravissimo: è Luchta, figlio di Luchard>>, gli venne risposto.
<<Sono anche fabbro>>, disse Lugh.
<<Abbiamo già un mastro fabbro>>, gli assicurò il custode.
<<Allora sono un guerriero>>, replicò Lugh.
<<Non ce ne serviranno finché avremo Ogma>>, rispose il custode.
La conversazione andò avanti così per ore finché Lugh ebbe nominato tutte le arti e i mestieri che gli venivano in mente: poeta, suonatore d’arpa, scienziato, medico, sarto e così via, sentendosi ogni volta rispondere che al servizio di Nuada c’era giù un uomo di supremo talento in quella professione.

<<Allora domanda al re se ha già al proprio servizio un uomo abile in tutte queste arti, e se risponderà affermativamente non mi tratterrò oltre né cercherò di introdurmi nel suo palazzo>>, insistette Lugh. In risposta all’ultima richiesta venne ricevuto con tutti gli onori.

Nonostante le implicazioni solari presenti, questo comportamento si rifà maggiormente all’archetipo mercuriale: probabilmente ad un certo punto ebbe luogo la fusione tra le due divinità, un indizio potrebbe essere la leggenda dell’arrivo di Lugh carico di doni magici da quella che il mito chiama “La Terra dei Vivi”. Tra questi doni figurava la Barca di Mananan, figlio di Lir, il dio del mare, che <<conosceva i pensieri degli uomini e poteva viaggiare nella direzione che voleva>>, il Cavallo di Mananan che poteva <<cavalcare indifferentemente la terra e il mare>>, e una temibile spada di nome <<Fragarach>> (Colui che risponde) in grado di trapassare qualsiasi armatura. Cosìequipaggiato, Lugh comparve davanti all’assemblea dei capi Danaan, i quali esclamarono all’unisono che sembrava <<di vedere il sorgere del sole in un sereno giorno d’estate>>. Il mito sembra dire molto chiaramente che Lugh si aggregò al loro pantheon dopo essere giunto dalla <<Terra dei Vivi>>, delle cui coordinate geografiche non si ha nessun indizio. Lugh è il padre della figura eroica d’Irlanda, Cuchulain, nato dalla fanciulla milese Decter.

Le armi di Lugh erano non già una clava, come nel caso del Dagda, bensì una lancia ed una fionda dotate di strabilianti poteri magici. Anche fisicamente era in forte contrasto con la rozzezza del Dagda, essendo dotato di un viso e un corpo più belli e raffinati. Sebbene sia annoverato tra i Danaan, sicuramente il suo carattere ha aspetti più milesi. Inoltre, un più attento esame rivela la presenza di discrepanze temporali.

Ringraziamenti: Murry Hope “I Celti” ed. Armenia

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