Il Blog per chi ama l'Irlanda

Le orfane delle patate

4.000 Adolescenti irlandesi obbligate a Emigrare in Australia

Mary Byrnes aveva lunghi capelli ramati, celati a malapena da un fazzoletto di lana grezza, ed occhi azzurro ghiaccio ad illuminare il viso lentigginoso.

Così viene descritta una ragazza di 15 anni, da un fotografo che scattò frettolosamente una foto prima che lei si imbarcasse e mentre si aggrappava al baule che conteneva tutti i suoi miseri averi nel gelido dicembre del 1849.
Orfana e analfabeta venne spedita da sola dall’altro capo dell’emisfero, lasciandosi alle spalle un’Irlanda flagellata dalla carestia e spopolata dalla morte e dall’Emigrazione.

Il suo nome trova posto nel database del sito “Irish Famine Memorial” di Dublino, dove compare una lista completa delle orfanelle sbarcate in Australia e dal quale si ricavano queste informazioni:

First Name

Mary

Surname

Burns (Byrnes)

Native Place

Bambridge [Banbridge], Down

Age

18

Parents

Not recorded

Religion

Roman Catholic

Ship Name

Diadem (Melbourne Jan 1850)

Però non fu un episodio a sé stante. La storia di Mary rientra in un capitolo poco noto della storia irlandese, che venne tramandata con un tono vagamente sprezzante: “Storia delle Orfane delle Patate”.

Le “orfane delle patate” dell’Australia sono un periodo tragico e poco conosciuto nella storia della nazione, in cui migliaia di donne adolescenti vulnerabili, rimaste orfane a causa della Grande Carestia, furono spedite dall’Irlanda per diventare mogli dei detenuti australiani.

Questo racconto si inscrive fra gli esiti della “carestia delle patate” o “grande carestia”, che colpì l’isola tra il 1845 ed il 1849, un periodo simile a quello che attraversò la Russia negli anni ’20 o a quello della Cina a causa della scellerata politica di Mao, sul finire degli anni ’50.

La Grande Carestia! Così veniva chiamato il periodo più tragico della storia irlandese, periodo nel quale l’unico sostentamento alimentare erano le patate. Più di 1,5 milioni di irlandesi morirono durante la carestia tra il 1845 e il 1852 e molte delle giovani donne sopravvissute non avevano alcuna fonte di reddito o capacità di sostentamento. Un fungo parassita (la peronospora) fu la causa di tutto, ma non sono pochi quelli che identificano il governo britannico come il responsabile di questa carestia e della morte della popolazione.

Quando potè dichiararsi concluso questo evento tragico, l’Irlanda aveva perso tra il 25 ed il 30 per cento della propria popolazione, se consideriamo non solo le vittime della denutrizione, ma anche le masse di disperati, allo stremo delle forze, in fuga verso il Canada, gli Stati Uniti, l’Inghilterra ed il Galles.

Il Piano Grey

Henry Grey, terzo conte Grey.

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In qualità di Segretario di Stato per le Colonie appena nominato dalla regina Vittoria, fu il politico deputato a risolvere i gravi problemi derivanti dalla carestia in una delle colonie considerate tra le maggiori spine nel fianco della Gran Bretagna per la riottosità, l’arretratezza economica e per l’ostinata fede cattolica. Grey lo fece anche adottando un progetto che fu definito “Piano Grey”, che avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni, risolvere per un verso il cronico problema della miseria e della sovrappopolazione delle campagne irlandesi, per l’altro il problema della necessità di braccia da lavoro femminili, offrendo mogli ai galeotti ed ai coloni della lontana Australia, nata come colonia penale britannica nel XVIII secolo.

E così tra il 1848 ed il 1850 più di 4.000 adolescenti irlandesi dai 14 ai 18 anni, orfane, oppure aventi un unico genitore vivente non in grado di mantenerle, vennero imbarcate, talvolta con la forza, sulle navi della madrepatria dai nomi altisonanti di Earl Grey, Panama, Inconstant o Roman Empire alla volta di Sydney, oppure di Adelaide. La maggior parte delle ragazze proveniva dalle contee di Galway, Mayo, Sligo e Donegal , e molte parlavano solo gaelico. A ciascuna venne consegnato un baule con qualche abito, una bibbia ed una spazzola per capelli. Ciò che accadde a queste fanciulle, che impiegavano all’incirca 125 giorni per sbarcare sulle coste australiane, è stato in parte ricostruito dai loro discendenti, come raccontato da un interessante articolo del Dailymail. Alcune ragazze morirono durante il tragitto, a causa del malnutrimento, altre non trovarono collocazione e si barcamenarono come poterono, altre invece affrontarono diverse difficoltà, ma riuscirono a sopravvivere.

Ospitate presso l’Immigration Depot, ora Museo dell’Immigrazione, sorelle e amiche furono presto separate poiché furono assunte per lavorare.

Alcune orfane subirono sfruttamento e abusi da parte di datori di lavoro senza scrupoli e molte affrontarono tempi duri e umilianti. Tutte sono state oggetto di una discriminazione dilagante, poiché il sentimento anti-irlandese crebbe con l’arrivo di ogni nave.

Il racconto di Gail Newman, pronipote di una di queste ragazze: Jane McDonald

Jane McDonald

Gail Newman, assistente all’infanzia in pensione, (attualmente ha 66 anni), era intenzionata a scoprire le storie dimenticate dei suoi antenati ed è rimasta scioccata quando scoprì la verità sulla sua trisnonna Jane McDonald.

In un momento tragico e poco discusso del passato australiano, 4000 ragazze di appena 14 anni sono diventate “rifugiate simboliche dalla carestia”, sfollate in Australia e dipendenti dalla ricerca di un lavoro o di un marito per sopravvivere, per giunta detenuto.

Jane venne mandata in Australia all’età di 18 anni dopo la tragica morte dei suoi genitori per fare la domestica e sposare appunto un detenuto.

«Non ho mai saputo che Jane fosse un’orfana delle patate, per me era solo un nome sulla carta”, ha spiegato la Newman, che ha utilizzato Internet per cercare faticosamente i dettagli sul suo passato per più di un anno. Mi commuovo un po’ pensando a come deve essersi sentita e chiedendomi come avrei affrontato una situazione del genere.” – spiega Gail

La sig.ra Newman trova difficile comprendere un periodo così oscuro nella storia dell’Australia e le vite piene di disperazione e solitarie affrontate da ragazze che erano solo bambine. Trascorse più di 12 mesi alla ricerca di informazioni sui suoi antenati, in particolare su Jane, determinata a recuperare le storie perdute.

Riuscì a scoprire documenti di spedizione, certificati di matrimonio e persino una lapide che la ricondussero alla storia dimenticata del passato della sua famiglia.

Jane McDonald era una bambinaia di 18 anni i cui genitori, Sally e Hugh McDonald, morirono entrambi quando lei era giovane, lasciandola senza nulla.

Le sue qualità personali vennero descritte nella documentazione che portò con sé, tanto che nella parte riassuntiva venne indicato: “stato di salute fisica, forza e probabile utilità: buono”.

Fortunatamente, l’adolescente si ristabilì rapidamente dopo il lungo e pericoloso viaggio. Si stabilì nel New South Wales per lavorare come domestica nelle zone rurali di Maitland, mal pagata e a migliaia di chilometri da casa.

«Jane è stata mandata a Maitland in piroscafo con altre tre ragazze. Avevano tutte 17 e 18 anni’, ha detto la Newman. “È stata mandata a lavorare come domestica per il signor Holmes a Black Creek che versò 11 sterline all’anno. Tuttavia non sono sicura se Jane avesse ricevuto questo denaro o se venne versato al dipartimento che ha organizzato l’emigrazione”.

Si è presto sposata, anche se la signora Newman non è ancora stata in grado di determinare se il matrimonio fosse stato organizzato o se Jane e suo marito si fossero incontrati e avessero scelto di sposarsi. Si sposò con John Byrne, un immigrato nato a Dublino di 12 anni più anziano di lei.

Sebbene il progetto sia stato un successo per alcune ragazze, altre giovani donne non sono state in grado di sfuggire alla povertà o alla morte postuma dopo il lungo e faticoso viaggio.

Le donne che non erano in grado di adempiere ai propri doveri furono costrette a vivere per strada in Australia e a prostituirsi o sono state di nuovo deportate in Irlanda.

Jane e John ebbero 13 figli insieme, anche se due morirono da piccoli e altri due morirono in giovane età.

Si stabilirono nel distretto di Inverell nel nord del New South Wales, vivendo come agricoltori.

Il bisnonno di Gail, Thomas Peter Byrne, era il loro secondo figlio, nato nel 1852 nella pianura di Brodies.

Ad un certo punto si trasferirono a Tamworth dove John morì nel 1903 e Jane nel 1915. Furono entrambi sepolti a Tamworth.

La lapide di John è stata trovata, purtroppo quella di Jane è andata perduta nelle nebbie del tempo.

 

Questa immensa tragedia umana è anche una storia di forza. In Australia, ancora oggi, rendono omaggio alle anime coraggiose che l’hanno vissuta, sopravvissuta e trionfata

 


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