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Storia del cibo

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I Fuochi di San Giovanni – Solstizio d’Estate

  • Simonetta Ecchia Di: Simonetta Ecchia
  • Mer 20 Giu 2018
  • 6:50 pm

Il Solstizio d’Estate è un momento molto atteso da coloro che si interessano del significato occulto di questo evento. Molte forze sono chiamate, in questo periodo, ad unirsi intrecciandosi fra di loro armoniosamente. E’ in questo momento che si aprono le porte del Regno delle Acque Superiori, il regno della Luna e delle forze che la Grande Madre rappresenta: tesori sommersi ma anche insidie e trappole che si celano nel nostro inconscio.
Intorno a questa data sogno e realtà si confondono poiché il mondo conscio, rappresentato dal Sole, e quello inconscio, rappresentato dalla Luna, sono messi in comunicazione. Il Fuoco e l’Acqua sono gli elementi purificatori che rappresentano il Solstizio d’estate: da sempre si usa bagnarsi nelle acque dei fiumi o dei laghi e accendere fuochi su cui saltare per purificarsi.
Questo è il momento magico in cui la stagione fa un giro di boa, in quanto la Terra che percorre l’ellisse intorno al sole, cambia direzione: il sole culmina allo zenith, ovvero si trova nel punto più alto della volta celeste. Ma è anche il momento in cui si onora la figura di San Giovanni Battista il giorno del 24 giugno, giorno della sua nascita 6 mesi prima del Cristo ( da quanto affermato dalla chiesa ) perché in questo breve ma intenso arco di tempo, tutte le piante e le erbe sulla terra vengono influenzate con particolare forza e potere.

Nella tradizione occulta l’incontro del Sole nella casa della Luna conduce alle nozze tra i due astri. Tali nozze divine segnano il passaggio tra il mondo dell’uomo con il mondo divino eterno dando origine alla suddivisione in due poli: maschio e femmina, luce e tenebra, positivo e negativo ecc…. I due solstizi (estate e inverno) sono anche chiamati “porte”: porta degli dei il solstizio invernale e porta degli uomini quello estivo.

Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che è il giorno più lungo dell’anno, ma che allo stesso tempo, rappresenta l’inizio del suo declino. Tra il 21 e il 22 giugno sembra che il moto del Sole si fermi per un paio di giorni, per poi riprendere il suo cammino fino al Solstizio d’Inverno, quando il ciclo ricomincerà.

E’ tempo in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare: la mistica forza che unisce cielo e terra è ora più forte. Questa verità era conosciuta dagli antichi popoli, i Celti in particolare, che pare fossero a conoscenza del fatto che le “ley lines”, le misteriose linee energetiche che solcano la superficie terrestre aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare. Anche monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse catalizzatori artificiali del sistema energetico terrestre.
I cristalli possono essere potentemente caricati al solstizio e siccome il granito dei megaliti di Stonehenge contiene una grande quantità di quarzo, questo cerchio si attiva al Solstizio, generando un forte campo energetico. Soltanto il giorno del solstizio d’estate è possibile avvicinarsi e toccare le antichissime pietre di Stonehenge, solitamente off limits per i “normali” turisti che possono visitarlo durante tutto l’anno.

Preghiera ai Signori del tempo e dello spazio, dello spirito e della materia da recitare il giorno del solstizio d’estate

“Voi che siete eterni, voi che avete creato ogni cosa, la luce e il buio, il cielo e la terra, la Luna e il Sole, voi che avete reso l’universo colmo della vostra magnificenza e del vostro splendore, voi signori del tempo e dello spazio, dello spirito e della materia, vi scongiuriamo di darci virtù e forza, amore e volontà, affinché possiamo sempre operare il bene. Vi invochiamo per i vostri sacri nomi, affinché vogliate illuminarci e guidarci nella nostra vita, fino a ricongiungerci con voi in eterno. E così sia”.

Nella cultura celtica il culmine è la notte della vigilia di San Giovanni (23 Giugno), la notte più breve dell’anno, in tutte le campagne del Nord Europa l’attesa del sorgere del sole era (ma forse ancora è) propiziata dai falò accesi sulle colline e sui monti, poiché da sempre, con il fuoco, si mettono in fuga le tenebre con le tenebre e con esse gli spiriti maligni, le streghe e i demoni vaganti nel cielo. Attorno ai fuochi si danzava e si cantava, e nella notte magica avvenivano prodigi : le acque trovavano voci e parole cristalline, le fiamme disegnavano nell’aria scura promesse d’amore e di fortuna, il Male si dissolveva sconfitto dalla stessa forza di cui subiva alla fine la condanna la feroce Erodiade, la regina maledetta che ebbe in dono il capo mozzo del Battista.

Le erbe raccolte nella notte di S. Giovanni erano ritenute speciali, le più adatte per preparare pozioni magiche e medicamentose, potenti filtri, e per preparare incantesimi. Non va considerata un’idea superstiziosa, ma piuttosto la consapevolezza (dovuta anche alla pratica) che solo in alcuni giorni dell’anno era possibile ottenere i massimi principi attivi (effetto balsamico) dai poteri vegetali.

I fiori cari a San Giovanni sono l’artemisia, l’arnica, le bacche rosso fuoco del ribes, l’erica e la verbena, della quale è credenza diffusa che, colta a mezzanotte della vigilia di San Giovanni, costituisca un’infallibile protezione contro i fulmini, ed è conosciuta in Bretagna come “erba della croce”, perché si ritiene che protegga chi la porta con sé da qualsiasi male; è nota anche come “erba della doppia vista” perché il berne un infuso facilita la visione di realtà altrimenti nascoste.

Ma è la pianta di iperico che è associata a San Giovanni per le sue proprietà officinali. E’ stata dimostrata  la sua efficacia contro la depressione, specie nel caso di depressione lieve e moderata, con un effetto paragonabile ad alcuni psicofarmaci antidepressivi. Ma è anche un antivirale e antibatterico. L’infuso della pianta è utilizzato nel trattamento delle forme infiammatorie dei bronchi e delle vie genito-urinarie, come, tosse e cistite, per l’ attività balsamica, antibatterica, anticatarrale e antiflogistica.

E’ una pianta che preferisce boschi radi e luminosi, comunque all’aperto per tutto l’anno, poiché non teme il freddo. Originario dell’arcipelago britannico, è oggi diffuso in tutte le regioni d’Italia e nel resto del mondo. Predilige posizioni soleggiate o semi-ombreggiate e asciutte, come campi abbandonati ed ambienti ruderali.

Beh che dire … se avete la possibilità godetevi la notte più corta dell’anno all’aperto, ascoltando i suoni della notte, il profumo della terra scaldata dal sole, il profumo dell’erba tagliata e dei fiori,  godetevi tutto questo osservando le stelle perché è dalle stelle che noi veniamo. 

Féach tú go luath

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