Il Blog per chi ama l'Irlanda

Imbarco verso una nuova vita

Pietro e Simonetta – Esperienza di italiani che hanno deciso di vivere in Irlanda

Cambiare vita si può: basta un po’ di coraggio – Steve Jobs

I mesi che precedettero la definitiva partenza dall’Italia furono impegnativi e concitati. Dovevamo sistemare molte faccende familiari e volevamo che tutto venisse risolto in tempo utile e senza intoppi. Tensione e concentrazione erano ai massimi livelli. Progressivamente la casa si stava svuotando e al posto dei mobili si ammucchiavano i grossi cartoni che avremmo dovuto spedire tramite corriere. Tutta la nostra attrezzatura fotografica, le fotografie, i nostri effetti personali, i ricordi, i libri, l’abbigliamento erano stati accuratamente imballati. Per il rimanente ci adoperammo per venderlo, regalarlo oppure trasferirlo a casa dalle nostre figlie. E’ stato davvero un gioco ad incastro!

24 luglio 2014 ore 17:00 : pronti a partire!

I nostri amici più cari Roberto e Sabrina ci aiutarono fino all’ultimo perché potessimo andarcene sollevati.

Ci abbracciammo a lungo, intensamente, con un po’ di malinconia ricordando le tante serate e domeniche passate insieme, le nostre confidenze, gli anni trascorsi di quando abitavamo nello stesso stabile, l’infanzia delle nostre figlie, le gravidanze mia e di Sabrina che per pura coincidenza avvennero nello stesso anno e periodo. Se ci penso bene è una vita e tante esperienze vissute insieme.
Ci regalammo reciprocamente un sorriso, una lacrima e qualche battuta scherzosa per stemperare la tristezza. Siamo di quella generazione nata senza internet, WhatsApp e cellulari, ancora legati alla mentalità per la quale si pensava che la lontananza non potesse essere ridotta da nulla.

We’ll meet again! – continuavamo a ripeterci

Non avevamo fatto i conti con la tecnologia attuale (che Dio la benedica) che ci permette di sentirci e vederci praticamente quasi tutti i giorni sia con loro che con la nostra famiglia.

Rammento che in quel momento ero talmente stanca per il tumulto di emozioni che improvvisamente mi assalirono, per fatiche degli ultimi mesi, per l’emozione che stava lentamente montando al solo piacere di partire, per il dispiacere di allontanarmi dalla famiglia e dalle mie figlie (benché già donne adulte autonome ed indipendenti), che quel pomeriggio salii in macchina con la sensazione che la testa stesse piroettando in una danza inconsulta. Il caldo afoso della stagione estiva e la tensione nervosa, mi avevano stremata. Eh sì, partimmo in auto che traboccava di tutto un po’: pensieri, emozioni e bagagli.

Il nastro d’asfalto correva sotto di noi. Osservavo il paesaggio che conosco bene, ma ero assorta in mille ricordi di vita vissuta, momenti di gioia e di dolore ascoltando le note di “Father & Son” di Cat Stevens, il brano che ha tenuto uniti Pietro e me per 30 anni, prima che ci ritrovassimo di nuovo.

Come ubriaca cercavo di riconnettermi alla realtà. La tensione era alta ancora ore dopo, tanto che chiedevo continuamente a Pietro: “Siamo già partiti vero?!” Mi ripresi solo la mattina seguente dopo una riposante dormita.

2.500 chilometri separavano Bologna da quella che era la nostra nuova vita in Irlanda. Per raggiungere l’imbarco al porto di Cherbourg in Normandia, partimmo con largo anticipo, attraversando le maestose Alpi del Piemonte, che sembravano aprirsi al nostro passaggio, e il Passo del Frejus.
La Francia è lunga ragazzi, lunghissima, ma si possono godere di paesaggi magnifici. I costi autostradali sono molto più alti che in Italia, ma appena si varca il confine francese subito ci si accorge come le strade siano ben curate e mantenute.

Lione, Digione, Parigi, Caen, Cherbourg … la velocità divorava la strada.

Arrivammo in Normandia due giorni prima dell’imbarco, potemmo così fare delle escursioni godendoci l’affascinante paesaggio della campagna francese, visitare i luoghi che ricordano lo sbarco da parte degli alleati sulle spiagge normanne avvenuto il 6 giugno 1944, visitare i musei ad esso dedicati e visitare il Museo oceanografico “La Cité de la Mer” di Cherbourg.

Finalmente eccoci al porto fra camion, camper e vetture di turisti provenienti da ogni parte d’Europa che stavano per affrontare la vacanza in Irlanda. Ecco la nave che ci avrebbe portati di là dal mare. Dopo un ordinato imbarco, il traghetto prende il largo ormai a pomeriggio inoltrato. Rotta verso il porto di Rosslare a Sud Est dell’Irlanda: ci attendevano diciannove ore di navigazione.

Il bellissimo tramonto salutava la nostra partenza e man mano che vedevo le coste normanne rimpicciolirsi, guardavo avanti al futuro, alle nostre speranze e al nostro sogno nel cassetto che aspettava di essere realizzato proprio sull’Isola di Smeraldo.


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